L’incontro con Giulio Iacchetti per riscoprire la naturale bellezza della semplicità
Tra le tante novità presentate quest’anno, il tavolo Spike, disegnato per noi dall’industrial designer Giulio Iacchetti emerge con forza e cattura lo sguardo con le sue linee primarie.
Abbiamo intervistato il designer per esplorare la sua innata abilità di esaltare la naturale bellezza della semplicità.
Cosa significa essere designer oggi? E quali sono le responsabilità del designer nei confronti del suo pubblico?
«Essere designer è un modo di guardare il mondo, ovvero volgere lo sguardo alla bellezza e all’armonia delle cose. E al contempo riconoscere ciò che non va, ciò che è disarmonico, non pensato, non progettato. È responsabilità del designer cercare di incrementare il buono e ridurre il cattivo.»
Come ritiene che si distingua il Made in Italy nel mondo?
«Semplicemente grazie alla sua eleganza.»
Il suo design è sempre caratterizzato da sorprendenti linee geometriche, pulite, semplici, come nel caso del tavolo Spike. Ce ne può parlare?
«Il tavolo Spike rappresenta appieno il concetto di essenzialità ed è il risultato di un attento e arduo processo di semplificazione.
Riportare il progetto a forme geometriche pure e semplici è la mia missione. Qualcuno ha detto che la semplicità è una complessità risolta: affermazione che sottoscrivo pienamente.»
Forme e funzionalità: quale ruolo svolgono nei suoi progetti?
«Non c’è distinzione tra forma e funzione: nei progetti riusciti l’una si fonde nell’altra.»
In un mondo che vive di rapide evoluzioni, come riesce un oggetto ad affermarsi, a non lasciarsi travolgere dal tempo?
«Questa domanda non potrà mai avere una risposta, ma solo ipotesi. Forse il trucco è non seguire la moda, ma il proprio sentire.»